domenica 28 ottobre 2007

Maratona Palahniuk - can't play it safe anymore

Scritto il 9 Novembre 2005. Premesse: oggi come oggi non spenderei mai un'intera vita a parlare di Palahnkiuk. "Soffocare" è IL libro di Palahniuk. Il resto è più un meno un ripetersi dello stesso meccanismo "vincente", che gli ha garantito il successo.

Premesse: scrivo quello che sento, come mi sento. Considerato il soggetto in questione urge sottofondo appropriato. Qualcosa di incazzato e malato, sull’orlo del precipizio. Vitalogy ribolle sulla scrivania. Direi che è perfetto. Potrei spendere un’intera vita a parlare di Palahniuk. Vomitare fiumi e fiumi di parole. Potrei intasare il blog. Tutta la piattaforma Tiscali, travolta dall’inondazione, scomparirebbe per sempre. Collasso indotto e premeditato. Raderei al suolo l’impero Tiscali seguendo le impronte del Progetto Mayhem. A cultural ice age. A prematurely induced dark age. Project Mayhem will break up civilization so we can make something better out of the world. La marea si è già alzata…Lo hanno definito il genio del male. In questi ultimi mesi mi sono impegnata a guadagnarmi l’inferno. Scrittura secca e diretta. Insanguinata. Malata. Geniale. Sporca. Dissacrante. Ironica. Tagliente. Frammentazione impulsiva della trama. Storie tese. Narrazioni spesso circolari. Sempre deliranti. Punto di forza e fedele compagno il contrasto. Vivere un estremo per arrivare all’altro. Dal nero al bianco. La sua scrittura non contempla i grigi. Solo insoliti, inesplorati, drastici punti di vista. “Non voglio che accetti il mondo così com’è. Voglio che lo inventi. Voglio che tu abbia questa capacità. Di creare la tua realtà. Le tue leggi. È questo che voglio tentare di insegnarti. (…) Perché l’unica frontiera che ci rimane è il mondo dell’intangibile, le idee, le storie, la musica, l’arte. Perché la realtà non arriva mai dove può spingersi l’immaginazione.” da Soffocare.La critica alla società moderna alienante e tesa al progresso, nel senso materialistico del termine, è onnipresente. Così come la derivante insensibilità individuale che ogni protagonista si trova a dover affrontare. Vedi l’insonnia del protagonista del Fight Club “everything is so far away, a copy of a copy of a copy. The insomnia distance of everything, you can’t touch anything and nothing can touch you”, la pulizia maniacale di Tender Branson in Survivor, talento naturale per nascondere le macchie, e i mille disordini mentali evocati per fuggire il problema reale. Il lavoro di modella che simula emozioni a comando in Invisibile Monsters, la dipendenza dal sesso in Soffocare. Un mondo dipinto senza mezze misure. Forse esagerato, ma mai troppo lontano dalla verità. “Sembra tutto bello e vero se siete abbastanza lontani.” da SurvivorPalahniuk è anche un visionario. In effetti chiunque potrebbe esserlo se si sforzasse di fare 2 + 2. Da ciò che era ieri e quello che è l’oggi, puoi dedurre il domani. Letargia. Declino. Annullamento. Auto distruzione. Le prime parole che arrivano alla mente. Forse è l’unica via percorribile. E in fretta. “Recycling and speed limits are bullshit, they’re like someone who quits smoking on his deathbed” “It’s only after you’ve lost everything that you’re free to do anything.” da Fight Club Una visione radicale e terminale del mondo. Della vita.Da non fraintendere con un’annoiata assenza di valori. Palahniuk è un lottatore. Un uomo pieno di fede. E lotta per il valore supremo. La Vita. Perché nel suo brillante gioco di opposti capisce che spesso la morte e la distruzione sono le sole in grado di farci “sentire” la Vita. Un Big Bang autoindotto come unica via di scampo a questo lento decomponimento. Se c’è una cosa che ho imparato leggendo le sue storie è che devi morire per rinascere, immergerti e toccare il fondo per poter riaffiorare, distruggere per ricostruire. To be continued…

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