Scritto il 30 Dicembre 2006. Dopo le novelle da un minuto, i giochi di gatti...
(Viktor è l'amante di Erzsi, Paula una sua nuova amica)
Telefonate notturne
- Io amavo mio marito.
- Non Viktor?
- Perchè parlare di questo?
- Perchè altrimenti non posso dirti quel che ho da dirti.
- Non Viktor..
- Né quand'eri ragazza, né da sposata?
- Mai.
- Ma non riuscivi a dirgli di no?
- Solo se uno chiede gli si può dire di no. Ma lui non adopera parole. Diventa rosso, poi comincia a brancicare, ed è come se non avesse due mani ma otto, come un polipo...
- Dici bene! E' proprio così! Ha fatto lo stesso con me!
- Che cosa ha fatto?
- Se ci penso mi ritorna la pelle d'oca!
- Per cosa?
- Non ci crederai... Mi ha palpato!
- Quando?
- In taxi.
- Come?
- Così come hai detto tu: d'un tratto con otto mani, dappertutto...
- Poverina... E tu che cosa hai fatto?
- Tacevo. Tremavo. Mi sono ritirata in un angolo. L'autista poi si voltava continuamente a guardare.
- Non hai detto niente a proposito dei "Maestri cantori"?
- Non sarei riuscita a dire neanche il mio nome.
- Perchè se gli parlano di musica si inferocisce.
- Ma io non avre proprio voluto che si inferocisse!
- Calmati, Paula cara.
- Mi sento come una che è stata morsicata dappertutto da un cane.
- Prova a dormire.
- Ho paure che venga qui e sfondi la porta. Non oso chiudere gli occhi.
- Prendi un sonnifero.
- E non parliamone mai più.
- Questo te lo prometto.
- Non pronunciare neanche mai più il suo nome.
- Non lo pronuncerò più.
- Ho talmente paura che non oso neanche togliermi la dentiera.
- E allora non togliertela.
- Con la dentiera non riesco a dormire.
- Neanche con il sonnifero?
- Forse.
Nell'Ungheria comunista la storia di un triangolo amoroso tra anziani, le memorie di 2 sorelle ormai lontane, l'immagine di una nazione nello spirito e nella condizione degradata della protagonista, lo stile grottesco e l'umorismo fine della scrittura di Istvan Orkény.
domenica 28 ottobre 2007
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