Della grande abbuffata self-made nella puszta. E' servita una settimana per digerire...
La settimana del festival del vino e il risveglio più dolce alle 4 di mattina.
Szeged, 12 Giugno 2006.
Giovedì 18 Maggio appuntamento alle 10 a Dugonics Tèr. Lo staff dell'ufficio erasmus di qui ha organizzato un Paprikas Krumpli Party. Ila e Sofia sono a Milano e io conto sullo juoppo per la nostra sana dose di risate. Un'ora di pullman e arriviamo finalmente in the middle of nowhere. La puszta, una villa, un giardino, un calderone sul fuoco, 20 kg di patate e una mega tavolata ad attenderci. Io (che non ho avuto il mio promesso langos per colazione) e gli altri ci tuffiamo prima sulle pogacsa, poi sui materassini al sole ...poi di nuovo sulle pogacsa. Nel frattempo si inizia a cucinare. Con la supervisione degli esperti organizzatori tagliamo, aggiungiamo, mescoliamo, sbattiamo con una specie di grattugia dai buchi larghi prepariamo anche il galuska, la pasta che aggiungiamo al paprikas-krumpli. Si fanno le 3 e finalmente la zuppa è pronta. Lo juoppo si è sistemato a capotavola. Ci farciscono come tacchini e facciamo fatica a trascinarci di nuovo sull'erba. Respirare e camminare si rivela la sfida della giornata. Io, Aura, Cri e Jaakko troviamo un po' di sollievo sui cari materassini. Neanche il tempo di distendersi che Agnès è lì di fronte a noi: "Let's go for a walk!", ridiamo di rimando, bella questa. Quando capiamo che non sta scherzando proviamo ad declinare l'invito, a suggerire che abbiamo già camminato: "dalla tavola a qui!", a farle capire che ci servono almeno altri 3 mesi erasmus per digerire e poter nuovo muoverci, che il sole picchia e che la siesta pomeridiana non prevede tale esercizio fisico dopo pranzo. Ci intimorisce indicando la pila di piatti da lavare. Ci ritroviamo quindi a barcollare sulla stradina polverosa di campagna. Sarà il sole che dà alla testa, ma le idiozie non si risparmiano. Sembra una marcia verso un campo di lavoro. Poi finalmente nel bel mezzo del nulla i primi della fila si girano e dio sia lodato si torna indietro. Lo sprint finale è d'obbligo se ci si vuole guadagnare una buona posizione all'ombra degli alberi in giardino. Si collassa tutti insieme sulla distesa di materassi, fedeli compagni della giornata, e nel sonno sento in lontananza un russare provenire dalla mia destra... sarà mica lo juoppo?! Al risveglio ci chiama animali perché non l'abbiamo svegliato e fermato. noi, animali! Sono le 5 e mezza e il pullman è tornato a prenderci, foto di gruppo e una scodella a testa del paprikas krumpli avanzato: "è per cena" ...quale? Quella fra 2 mesi forse?! Breve sosta in un bellissimo campo di papaveri e poi casa finalmente. La sera ci attende la festa serba all'Old Timer e qui bilanciamo la quantità di cibo ingerita con un'altrettanto generosa dose di liquidi. Il parrukka ci raggiunge verso le 11, di ritorno dalla sua cena a Makò e si prosegue a scherzare e bere fino alle 3. L'atmosfera è delle migliori, ci sono anche gli americani che partono tra pochi giorni e Ben e il suo nuovo dente. Senti il calore e la vicinanza di chi sta per salutarsi. È qualcosa di non detto, ma che esce inconsciamente dai movimenti dei corpi. I ragazzi senza magliette, la musica, le foto, le bottiglie dello juoppo, i papaveri, la maglietta da "villager" del parrukka e la faccia di Alexandros shockato. "We got used to each other very good". Alcune frasi e sguardi ti si scolpiscono dentro. Il ritorno a piedi con Jaakko e Engin. Penso che ormai abbiamo raggiunto la perfetta sintonia noi 3 e che riesco forse solo ora a capire veramente il valore di quello che ho e ad essere felice per quello che ho contribuito a creare. E spero per Engo che Jaakko riesca a rimanere anche il prossimo semestre perché si nutrono ed animano a vicenda ed hanno bisogno l'uno dell'altro.Il giorno dopo festa d'addio nello spanish flat perché Sara parte a giorni. Io e lo juoppo affidiamo al parrukka, che è impegnato al borfestival con boss vari e colleghi, il vitale compito di salvarci a metà serata dalla noia mortale che sistematicamente accompagna ogni party nello spanish flat. Io non ho neanche più la scusa del gatto e dell'allergia per svignarmela perché ormai Palinka è stata frullata da qualche parte. La monotonia ci avvolge e Engo tarda a chiamare, io e lo juoppo ci scambiamo un'occhiata significativa e decidiamo di arrangiarci da soli. Spiego allo juoppo che ormai (complice la nuova bici e un campanello a forma di rana come fede nuziale) si è trovato la sua degna metà (hi-pod yeah) che magari in Finlandia puoi pure lasciare una festa senza salutare la tua ragazza, ma in Italia e credo in qualsiasi altro paese meno glaciale le cose funzionano diversamente. Passano 5 minuti e 5 tonalità di rosso sulle sue guance prima che riesca a trovare il coraggio di approcciare Aurora e spiegarle che noi stiamo andando e se vuole unirsi a noi nella grande fuga. Aura decide che sta bene lì. In un modo o nell'altro noi 2 siamo fuori e pronti a rianimare la serata al festival del vino.Finalmente conosco Benius il boss panda, l'idolo del parrucca: l'uomo che ha partecipato e parlato ad un convegno scientifico in pantaloncini, sandali e calzini bianchi. Torniamo nello spanish flat solo il tempo di salutare Ben in partenza la mattina dopo. Sono i finiti i tempi dei martedì da noi dopo il film club. Alle 3 il taxi al Tesco con la messicana in partenza. Ma io sono a letto. Il codice è quello...
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